Come funziona un prestito d’onore?
Il prestito d’onore è una particolare forma di finanziamento nata con lo scopo di aiutare i giovani imprenditori, e non solo. Ma come funziona un prestito d’onore oggi?
Prima di spiegare come funziona un prestito d’onore una premessa è d’obbligo. Sebbene questa forma di finanziamento sia nata con lo scopo di aiutare la nuova imprenditoria, questi prestiti a fondo perduto sono stato spesso oggetto di truffe, e proprio a causa di questa piaga i finanziamenti a fondo perduto sono quasi totalmente estinti. Ma quindi come funziona un prestito d’onore oggi? In modo molto diverso. Prescindendo dal fatto che i finanziamenti a fondo perduto sono cosa rarissima, e quasi sempre frutto di fondi europei, anche il funzionamento è cambiato. Il fondo perduto si aggira quasi sempre sul 40% dell’importo richiesto, mentre la restante parte è prestata ad interessi zero e con molti vincoli.
Cos’è un prestito d’onore?
Per spiegare come funziona un prestito d’onore la prima cosa da fare è capire di cosa si tratta. Introdotti con il Dlgs. 21/4/2000 n. 185, i finanziamenti a fondo perduto mettono a disposizione una serie di contributi, rivolti all’intero territorio nazionale, per agevolare la creazione di piccole imprese sia societarie che in forma individuale.
L’agevolazione è rivolta a persone che intendono avviare una attività imprenditoriale di piccola dimensione nei settori della produzione di beni o di servizi. Per poter beneficiare dell’agevolazione è necessario che la metà numerica dei soci, che detenga almeno la metà delle quote di partecipazione nella società abbia compiuto la maggiore età alla data di presentazione della domanda. Inoltre, per il prestito d’onore sono richiesti lo status di non occupazione al momento della presentazione della domanda e la residenza nel territorio nazionale da almeno sei mesi alla data di presentazione della domanda.
Come funziona un prestito d’onore? Gli investimenti ammissibili
Uno dei capitoli fondamentali per capire come funziona un prestito d’onore riguarda gli investimenti ammissibili. In generale sono riconosciute le spese per attrezzature, impianti , macchinari e allacciamenti; ma anche beni immateriali ad utilità pluriennale e ristrutturazione di immobili (10% degli investimenti ammissibili).
Il Dlgs. 185/2000, relativo al prestito d’onore, ammette al contributo anche una serie di spese di gestione relative al primo anno di attività come ad esempio materiali di consumo, semilavorati e prodotti finiti, nonché altri costi interni al processo produttivo. Ovviamente sono comprese utenze, canoni di locazione per immobili, oneri finanziari, prestazioni di garanzie di assicurazione sui beni finanziati.
Quando si tratta di come funziona un prestito d’onore, bisogna ricordare che per le spese d’investimento il Dlgs n. 185/2000 prevede, in genere, un mix di contributo a fondo perduto di circa il 50% e finanziamento agevolato per la restante parte del 50% che copre tutte le spese di investimento.
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