Coltivazioni Bambù per guadagnare: come avviare l’attività e perchè conviene
Siete alla ricerca di soluzioni che vi permettano di sfruttare il vostro terreno? Probabilmente non avete ancora valutato i guadagni che possono legarsi al bambù e al bambu gigante. Capiamo insieme quali sono le caratteristiche di questa pianta, come essa possa per voi diventare un vero e proprio business e quali sono i dati, le analisi e gli studi che confermano le potenzialità immense di questo business. Se state cercando di aprire un’attività redditizia, questo potrebbe fare per voi! A fondo articolo troverete anche un video sul bambù!
Cos’è il bambù: per investire è meglio il bambù gigante
Iniziamo chiarendo che con la parola bambù si fa riferimento ad una grande varietà di piante graminacee. Tra le varianti da preferire in caso di investimenti commerciali troviamo il phyllostachys, il bambusa, l’arundinaria e la sasia. In termini di investimento però, soprattutto in Italia, la variante preferita sembra essere il bambù gigante Madake.
Esso si presenta come una grande pianta arborea capace di oscillare tra i 18 e i 24 metri di altezza e di raggiungere un diametro pari a 10-15 cm. I suoi germogli possono essere utilizzati per scopi alimentare, mentre i fusti, cavi all’interno ma forzi, vengono utilizzati e apprezzati nell’industria navale, del design, oltre che per armare il cemento. Nell’ultimo periodo il nome del bambù si è legato anche alle biomasse.
Coltivare Bambù e bambù gigante: perchè è profittevole
E’ facile quindi immaginare come il bambù possa rappresentare una buona fonte di business. Per avere una idea, anche se sommaria, vi basti considerare che un ettaro di bambù rende quanto 20 ettari di bosco tradizionale, con una unica semina e una manutenzione senza dubbio ridotta, dal momento che le capacità autogenerative di questo tipo di pianta sono innegabili.
Sul fronte della produttività, è stato calcolato che il bambù garantisce una produttività per 5 volte superiore rispetto al legno tradizionale, complice anche la velocità di crescita della pianta stessa. Il vantaggio è legato anche alla profittabilità, dal momento che dopo 6 anni la pianta garantisce 10.000 euro ad ettaro di proventi. A questo si aggiunge il fatto che trattandosi di una pianta che rientra nell’ambito dello sviluppo sostenibile, nessuna sorpresa negativa arriverà nei prossimi anni e l’investimento è di fatto destinato a crescere in termini di profittabilità.
Una crescita interessante potrebbe infatti riguardare proprio il fronte delle biomasse. La produzione di energia usando il bambù che è già base energetica di molte economie è infatti destinata ad ampliare i propri confini, e ad espandersi ad esempio nel settore tessile.
Qualche numero sulle coltivazioni di bambù
Per avere le idee più chiare, presentiamo di seguito qualche numero sulle coltivazioni e sul bambù. Iniziamo dicendo che una singola pianta ha una vita che oscilla tra i 20 e i 25 anni, una resistenza climatica ottima, che porta la pianta di fatto ad ambientarsi in maniera ottimale al clima della nostra nazione. Alla luce di questo è verosimile considerare che una sola canna potrebbe di fatto portare ad un guadagno che oscilla tra i 6 e i 10 euro; con una resa per germoglio che potrebbe toccare i 2 euro per ogni kg.
Alla luce di questo è evidente che qualsiasi tipo di investimento possa essere ottimizzato nel giro davvero di poco tempo, anche se i proventi sono strettamente connessi alla azienda alla quale si decide di affidarsi e per questo è bene scegliere con cura.
Coltivazione del bambù gigante Madake: come fare
Tra le varie soluzioni di investimento, possiamo citare il BarmbuTigre–Madake che permette di ottenere degli impianti di alto livello, capaci di raggiungere i 40 cm di diametro. Nella nostra nazione, del resto, il Madake è probabilmente la soluzione migliore per la sua capacità di adattarsi alle nostre temperature, producendo pareti spesse, fibrose e dunque di qualità.
Rispetto ai prodotti di importazione, questi hanno una serie di vantaggi. Il bambù che arriva dall’America infatti chiuso nei container perde spesso le sue qualità, e viene proposto a costi che chiaramente vengono influenzati al rialzo proprio da questo aspetto. Oltre ad aspetti pratici, troviamo anche una serie di vantaggi e discorsi prettamente politici, dal momento che la Politica Agricola Comunitaria di fatto assicura un alto vantaggio economico alla materia prima che proviene dalla nostra nazione.
La filiera nella quale ci si inserisce è dunque di tutto rispetto e numerose sono le società che assicurano e garantiscono assistenza in ogni fase, oltre che il ritiro del prodotto, garanzia importante per tutti coloro che cercano fonti di entrata certe e in qualche modo prevedibili e pianificabili. Allo stesso modo, il settore ha un livello di concorrenza europeo davvero bassisso, anche se è in espansione negli ultimi anni.
Cosa serve per investire nel bambù
Per investire nel bambù occorre per prima cosa avere a disposizione un terreno adeguato, ma è bene precisare che nella nostra nazione molte zone sono adatte a questa pianta. Dal punto di vista tecnico, è bene precisare che per una ottimale crescita della pianta di bambù è necessaria la presenza dell’azoto in un ambiente con ph che oscilli tra il 7,5 e l’8.
Dal punto di vista della “manutenzione” è sufficiente dedicare alla piantagione circa 40 ore a settimana, meglio tra marzo e settembre, utilizzando le più comuni attrezzature agricole. I mezzi per la lavorazione del terreno servono solo in fase di semina. E’ fondamentale che il terreno possa beneficiare di una buona dose di acqua, dal momento che sono necessari due cicli a settimana, per un totale di 100 litri per ogni pianta. L’innaffiatura in particolare è necessaria nei periodi di Aprile, Maggio e Giugno, ovvero nei periodi che ruotano attorno alla fase in cui il madake germoglia. Vi lasciamo infine un video sulla coltivazione del bambù, preso da youtube
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