Bolla dello Shale Oil
Solo pochi mesi fa il prezzo del petrolio sfiorava i 120 dollari al barile, ad oggi invece, con lo scoppio della bolla dello Shale Oil il prezzo del greggio sfiora, ed ha già passato una volta, la soglia dei 45 dollari al barile il greggio ha avuto un calo secco di oltre il 60%. Praticamente la bolla dello Shale Oil non è esplosa, bensì è in corso di esplosione.
Bolla dello Shale Oil: spiegazione ed analisi
Previsioni sugli sviluppi della bolla dello Shale Oil. Goldman Sachs, che come sappiamo è il più grande investitore nel settore petrolifero, prevede un assestamento di lunga durata del greggio su un prezzo non superiore ai 55 dollari al barile.
Gran parte della bolla dello Shale Oil, come in parte la bolla Shale Gas, è dettata dall’Arabia Saudita, il maggior produttore di petrolio al mondo che afferma di voler fare in modo che i prezzi non superino mai più i 100 dollari al barile. Infatti, la scelta di far esplodere la bolla dello Shale Oil è legata alla voglia dei maggiori produttori di petrolio di diminuire i prezzi per bloccare sul nascere la concorrenza dello Shale Oil. Abbiamo fino ad ora parlato della bolla dello Shale Oil. Ma cos’è lo Shale Oil? Con questo termine indichiamo lo scisto estratto con la tecnica del fracking in Usa, una tecnica produttiva economicamente parlando solo se il prezzo non scende sotto i 60 dollari al barile.
Ovviamente la bolla dello Shale Oil rappresenta una variabile esplosiva per la finanza mondiale. Infatti, questo tipo di estrazione permette una produzione molto limitata e per ripagare l’investimento è necessario aprire di continuo nuovi bacini estrattivi, con costi elevatissimi. In pratica dopo lo scoppio della bolla dello Shale Oil, le aziende che estraevano petrolio attraverso il fracking sono indebitate fino al collo con le banche, assicurate al loro volta con obbligazioni in derivati suscettibili di far scoppiare una nuova disastrosa bolla finanziaria.
Ora basta ragionare su un solo fattore. Con lo scoppio della bolla dello Shale Oil, ed il prezzo del greggio a 45 $, il 95% dei produttori di Shale Oil è fuori mercato.
Bolla dello Shale Oil: la buona e la cattiva notizia
La buona notizia dello scoppio della bolla dello Shale Oil è che i costi del carburante e della bolletta energetica. Un vero toccasana per le tasche delle famigli italiane in crisi da ormai troppo tempo. Tuttavia, questo beneficio dato dalla bolla dello Shale Oil porta con se la grande preoccupazione di una spirale deflattiva (per altro già in corso in Europa) con prezzi al consumo stabili o calanti e la conseguente diminuzione della domanda di energia che insieme distruggono le speranze di crescita economica. Senza contare il crollo di tutti i titoli legati al mondo energetico, come Eni e via discorrendo, dovuto allo scoppio della bolla dello Shale Oil.
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